25 ottobre 2018, giovedi.

Dopo tre settimane intense di raccolta marroni finalmente oggi una meritata sosta: Giovanna va dal parrucchiere, a pranzo verrà mio nipotino da poco tosillectomizzato, io devo pensare al cane: mangiare, pulire, raccontargli qualcosa, è femmina, va per i quindici anni, quasi cieca, sorda pure ma ancora forte, con una voce tipo i Platters in Sixteen Tons.
Poi?
Facile, alle nove sto già risalendo il Torrente Idice lungo lo sterratino che corre sull'argine sinistro, strada ben tenuta, Integra vola sulle rare buche, io con lei.
A Mercatale attraversiamo il fiume e dirigiamo verso la Raticosa di buon ritmo, lassù c'è un cappuccino con brioche che mi aspetta.
Durante la sosta mi sovviene che debbo comprare due etti di finocchiona (Simone vuole solo quella di Lelli) e scendo a Pietramala, poi torno al Passo per salire a piedi sul pendio di fronte allo chalet per poter vedere contemporaneamente i due versanti, verso l'Emilia a sinistra a pochi chilometri, la Toscana a destra.
A destra il panorama è forse più suggestivo, tante chiazze di colori autunnali nel verde ancora dominante, dal lato Emiliano spicca il Monte della Formiche oggi particolarmente definito sullo sfondo della pianura un po' nebbiosa.
Mi metto poi in strada con direzione Piancaldoli dove mi fermo per ammirare la chiesa.
Poi, arrivato a fondovalle Sillaro risalgo a sinistra verso Bisano, ma poi devio verso Cassano.
Il monte delle Formiche da Cassano.
Da qui scendo sulla Fondovalle Idice, mi rendo conto di avere sforato sull'orario di rientro e rinuncio al solito passaggio sullo sterratino del Monte delle Formiche e dirigo lesto verso casa.